La morte di John F. Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti, avvenne il 22 novembre 1963 a Dallas, Texas. Kennedy fu assassinato mentre viaggiava in corteo presidenziale attraverso la Dealey Plaza.
L'Attentato: Kennedy fu colpito da due proiettili sparati da Lee Harvey Oswald, mentre viaggiava a bordo della limousine presidenziale scoperta. Il primo proiettile gli attraversò il collo, mentre il secondo gli fu fatale, colpendo la testa.
Conseguenze Immediate: Il presidente fu trasportato d'urgenza al Parkland Memorial Hospital di Dallas, dove fu dichiarato morto circa 30 minuti dopo l'attentato. Lyndon B. Johnson, allora vicepresidente, prestò giuramento come presidente a bordo dell'Air Force One, poche ore dopo l'assassinio.
L'Arresto di Oswald: Lee Harvey Oswald fu arrestato poche ore dopo l'assassinio in un cinema locale. Inizialmente negò qualsiasi coinvolgimento, ma fu formalmente accusato dell'omicidio del presidente Kennedy e dell'agente di polizia J.D. Tippit, ucciso poco dopo l'attentato.
L'Uccisione di Oswald: Oswald fu ucciso due giorni dopo, il 24 novembre, da Jack Ruby, proprietario di un night club di Dallas, mentre veniva trasferito dalla prigione della polizia. L'omicidio fu ripreso in diretta televisiva nazionale.
La Commissione Warren: A seguito dell'assassinio, fu istituita la Commissione Warren per indagare sull'omicidio. Nel 1964, la Commissione pubblicò un rapporto che concludeva che Lee Harvey Oswald aveva agito da solo nell'assassinio di Kennedy.
Teorie del Complotto: Nonostante le conclusioni della Commissione Warren, l'assassinio di Kennedy continua ad essere oggetto di numerose teorie del complotto, che mettono in discussione la tesi dell'attentatore solitario e suggeriscono il coinvolgimento di altre figure o organizzazioni.
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